\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Innocenzo III, appena salito al trono pontificio (1197), riprese il progetto di un intervento cristiano in Oriente, con lÆimposi
zione di tributi ai laici e allo stesso clero volle trovare i denari necessari alla crociata, chÆegli concepiva strumento della teocrazia. Ma fu appunto la mancata soluzione del problema finanziario (causa soprattutto la non partecipazione dellÆImpero e
dei regni di Francia e dÆInghilterra) a sottrarre la crociata alla direzione politico-spirituale della Chiesa: nellÆimpossibilitα di versare la somma richiesta dai Veneziani per il loro trasporto in Oriente, i crociati riuniti a Venezia dallÆagosto 1202
furono infatti costretti ad arrestarsi a Zara, per restaurarvi con le armi lÆautoritα della Repubblica, cui la cittα si era ribellata; conquistatala, accoglievano anche lÆofferta di Alessio Angelo (appoggiata, nellÆinteresse veneziano, dal doge Enrico Da
ndolo) di 200.000 marchi dÆargento, che li impegnava a rimettere sul trono dÆOriente il padre, lÆimperatore deposto, Isacco II Angelo. Il 18 luglio 1203, dopo un assedio di due mesi, i crociati entravano a Costantinopoli (da cui era fuggito intanto lÆusu
rpatore Alessio III). Ma i rapporti fra i crociati e i Greci, per il mancato pagamento della somma pattuita, si inasprirono; una rivoluzione popolare (nel gennaio 1204) port≥ sul trono Alessio V Ducas, capo dellÆintransigente partito nazionalista. Venezi
ani e crociati decisero allora di impossessarsi dellÆImpero, pattuendo la divisione del bottino (tre quarti a Venezia, un quarto ai crociati). Il 12 aprile Costantinopoli veniva presa e saccheggiata; Baldovino di Fiandra fu eletto imperatore e il marches
e Bonifacio di Monferrato re di Tessalonica. Invece di togliere ai Turchi i Luoghi Santi, i crociati avevano abbattuto lÆImpero bizantino dando vita, nellÆinteresse dellÆespansione commerciale veneziana, allÆImpero latino dÆOriente.